Edilizia rurale: sogno di una vita o opportunità di investimento?

Recuperare un rustico per trasformarlo in abitazione è per molti il sogno della vita, per altri un’opportunità economica. L’Italia è ricca di esempi di architetture tipiche regionali che possono essere ripristinate a scopo abitativo: masserie, trulli, dammusi, stazzi e i più comuni masi, casali e cascine. 

Ci sono molti fabbricati antichi e legati alle nostre origini, che potrebbero essere recuperati e valorizzati perché rappresentano la storia architettonica, e non solo, dell’Italia.

Ho deciso quindi di intraprendere un viaggio….un viaggio virtuale tra gli edifici che ci caratterizzano, un viaggio nella storia delle case italiane.

Ma prima, parliamo del tasto dolente, le spese: L’intervento per recuperare un rustico può essere classificato come intervento di manutenzione straordinaria, se non c’è un cambio di destinazione d’uso; altrimenti rientra tra le opere di restauro e di risanamento conservativo. In entrambi i casi, le spese si possono detrarre grazie al bonus edilizia, valido fino al 31/12/2020. Tale agevolazione consiste in una detrazione dall’Irpef del 50% della spesa sostenuta (limite max detraibile 96.000 euro), che viene ripartita in 10 quote annuali di pari importo. In certe condizioni, la detrazione è prevista anche per chi acquista fabbricati a uso abitativo già ristrutturati.

Sicuramente è necessario informarsi bene per conoscere a fondo la normativa che disciplina questo tipo di intervento e che varia da regione a regione. Non è raro, infatti, che siano stati redatti regolamenti locali specifici proprio per tutelare gli edifici tipici.

Talvolta sono previsti anche incentivi da parte di enti locali che favoriscono la ristrutturazione e il recupero di questi fabbricati dismessi. Entrando nelle specifico, dal punto di vista operativo quasi sempre è necessario intervenire sulla copertura e, con opere di consolidamento statico, anche sulla muratura. Di frequente, quest’ultima è anche interessata da problemi di umidità di risalita, che vanno risolti alla radice.

Naturalmente, gli interni vanno adattati per essere trasformati in spazi domestici, con tutta la dotazione tecnica degli impianti.

Quanto costano i lavori di recupero di un rustico?

È difficile quantificare un costo per recuperare un rustico che sia valido per tutti i casi, perché i preventivi sono sempre vincolati a moltissime variabili. Per questo motivo di seguito troverete i prezzi medi applicati in Italia per le opere più invasive, semplicemente per avere un’idea generale dei costi da affrontare:

  • Consolidamento di strutture di fondazioni in mattoni o pietrame: 800 euro/m3
  • Consolidamento di murature controterra: 70 euro/ m3
  • Consolidamento di strutture in elevazione: 130 euro/ m3
  • Consolidamento di strutture voltate: da 100 euro/m3 a seconda dell’intervento.
  • Opere di deumidificazione e risanamento: da 50 euro/mq in su
  • Nuova struttura tetto: 1.800 euro/m3
  • Manto di copertura: 150 euro/mq

Nella maggior parte dei casi di recupero di questi fabbricati, si tratta di opere di restauro e di risanamento conservativo, poiché è previsto il cambio di destinazione d’uso. In questa tipologia sono compresi gli interventi finalizzati a conservare l’immobile e assicurarne la funzionalità per mezzo di opere che, rispettando gli elementi tipologici, formali e strutturali, ne consentono destinazioni d’uso con esso compatibili. Tali interventi comprendono il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dall’uso e l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio.

Il restauro è un intervento di recupero che si applica solo agli edifici di valore storico-artistico; permette di apportare modifiche alla struttura, ma non di alterarne la volumetria. Il risanamento conservativo si applica quando occorre recuperare gli aspetti funzionali, statici e igienici dell’edificio; permette di modificare struttura e planimetria. Gli interventi di restauro e risanamento conservativo non riguardanti le opere strutturali ricadono in CILA; quelli riguardanti le opere strutturali richiedono la Segnalazione Certificata Inizio Attività (SCIA).

Continua a seguirmi, la prossima settimana parleremo di Trulli…